La guida di Michela

Michela
La guida di Michela

Informazioni sulla città/località

Vieste è una cittadina nel promontorio del Gargano, a nord della Puglia, che accoglie ogni anno visitatori provenienti da tutto il mondo. Il successo turistico di Vieste si deve innanzitutto al suo mare e alla sua incredibile costa, ricca di spiagge lunghissime e bellezze naturali come le meravigliose grotte marine e il Pizzomunno , ma anche alla sua storia di cui la cattedrale, il castello, i trabucchi e le Torri costiere ci sono testimoni. Vieste è apprezzata anche per il suo centro storico di antichissima storia, dai vicoli stretti e dalle casette bianche con le finestre adornate di basilico a strapiombo sul mare, con scorci che tagliano un cielo che riflette l’azzurro del mar adriatico. Vieste è sicuramente un’ottima base di partenza per scoprire la bellezza della selvaggia del territorio del Gargano, l’imponente Foresta Umbra, la bianca Peschici , Rodi Garganico, il paradiso naturale delle Isole Tremiti, gli antichi sentieri di pellegrinaggio verso Monte Sant’Angelo e i più recenti verso il Santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo . Durante una vacanza a Vieste avrete modo di riscoprire antiche tradizioni musicali e culinarie. Vieste, grazie alla posizione favorevole, è anche meta ideale praticare molti sport acquatici come il windsurf e il kitesurf, ma anche la più tradizionale pesca. Ad incorniciare il tutto c’è il paesaggio rurale, con i suoi muretti a secco, i pagliari, gli ulivi secolari da cui è prodotto il pregiato olio evo, le dolci colline che cambiano continuamente sotto la mano sapiente dell’uomo. Oggi il turismo nazionale ed estero ha sancito il successo di Vieste, non solo come meta turistica turistica balneare, bensì come luogo per “tutte le stagioni”, eleggendo questa cittadina tra le regine del turismo della Puglia. Il Gargano, la “terra sperduta” e Vieste costituiscono un ritiro esclusivo nel quale vivere a ritmo lento, osservando tratti peculiari e autentici tanto radicati quanto aperti all’ospitalità. Tra lo splendore del mare e della natura, tra grotte marine e trabucchi, tra uliveti secolari e vicoli stretti, si afferma ancor oggi una cultura antica, tutta mediterranea, un modo di vivere genuino che oggi Vieste ripropone con forza e semplicità.
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Vieste
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Vieste è una cittadina nel promontorio del Gargano, a nord della Puglia, che accoglie ogni anno visitatori provenienti da tutto il mondo. Il successo turistico di Vieste si deve innanzitutto al suo mare e alla sua incredibile costa, ricca di spiagge lunghissime e bellezze naturali come le meravigliose grotte marine e il Pizzomunno , ma anche alla sua storia di cui la cattedrale, il castello, i trabucchi e le Torri costiere ci sono testimoni. Vieste è apprezzata anche per il suo centro storico di antichissima storia, dai vicoli stretti e dalle casette bianche con le finestre adornate di basilico a strapiombo sul mare, con scorci che tagliano un cielo che riflette l’azzurro del mar adriatico. Vieste è sicuramente un’ottima base di partenza per scoprire la bellezza della selvaggia del territorio del Gargano, l’imponente Foresta Umbra, la bianca Peschici , Rodi Garganico, il paradiso naturale delle Isole Tremiti, gli antichi sentieri di pellegrinaggio verso Monte Sant’Angelo e i più recenti verso il Santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo . Durante una vacanza a Vieste avrete modo di riscoprire antiche tradizioni musicali e culinarie. Vieste, grazie alla posizione favorevole, è anche meta ideale praticare molti sport acquatici come il windsurf e il kitesurf, ma anche la più tradizionale pesca. Ad incorniciare il tutto c’è il paesaggio rurale, con i suoi muretti a secco, i pagliari, gli ulivi secolari da cui è prodotto il pregiato olio evo, le dolci colline che cambiano continuamente sotto la mano sapiente dell’uomo. Oggi il turismo nazionale ed estero ha sancito il successo di Vieste, non solo come meta turistica turistica balneare, bensì come luogo per “tutte le stagioni”, eleggendo questa cittadina tra le regine del turismo della Puglia. Il Gargano, la “terra sperduta” e Vieste costituiscono un ritiro esclusivo nel quale vivere a ritmo lento, osservando tratti peculiari e autentici tanto radicati quanto aperti all’ospitalità. Tra lo splendore del mare e della natura, tra grotte marine e trabucchi, tra uliveti secolari e vicoli stretti, si afferma ancor oggi una cultura antica, tutta mediterranea, un modo di vivere genuino che oggi Vieste ripropone con forza e semplicità.

Visite turistiche

Il Pizzomunno è un imponente monolite in pietra calcarea alto 25 metri. E’ situato all’inizio della spiaggia a sud del centro abitato, detta “del Castello” (perchè dominata dal Castello Svevo) o “Scialara” o “del Pizzomunno”. Per la sua imponenza sembra ergersi quasi a guardia di Vieste e per il suo fascino è diventato il simbolo stesso della cittadina garganica. Ad esso sono legate alcune leggende, spesso variazioni una dell’altra . La leggenda di Pizzomunno e Cristalda Si racconta che al tempo in cui l’attuale città era solo un villaggio composto da sparute capanne ed abitato da pescatori vi vivesse un giovane alto e forte di nome Pizzomunno. Sempre nello stesso villaggio abitava anche una fanciulla di rara bellezza, con i lunghi capelli color del sole di nome Cristalda. I due giovani si innamorarono, amandosi perdutamente senza che niente potesse separarli. Pizzomunno ogni giorno affrontava il mare con la sua barca e puntualmente le sirene emergevano dai flutti marini per intonare in onore del pescatore dolci canti. Le creature marine non si limitavano a cantare, ma prigioniere dello sguardo di Pizzomunno gli offrirono diverse volte l’immortalità se lui avesse accettato di diventare il loro re e amante. L’amore che il giovane riversava su Cristalda, però, rendeva vane le offerte delle sirene. Una delle tante sere in cui i due amanti andavano ad attendere la notte sull’isolotto che si erge di fronte alla costa, le sirene, colte da un raptus di gelosia, aggredirono Cristalda e la trascinarono nelle profondità del mare. Pizzomunno rincorse invano la voce dell’amata. I pescatori il giorno seguente ritrovarono il giovane pietrificato dal dolore nel bianco scoglio che porta ancora oggi il suo nome. Ancora oggi ogni cento anni la bella Cristalda torna dagli abissi per raggiungere il suo giovane amante e rivivere per una notte sola il loro antico amore. Inoltre secondo una superstizione relativa al Pizzomunno, se si compie un giro completo intorno ad esso, formulando un desiderio, esso si avvererà. Nel 2018 la leggenda del bianco monolite viene portata a Sanremo da Max Gazzè nella canzone “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno” a cui è stata dedidicata “la scala dell’amore” . Il Pizzomunno, immerso in uno scenario fantastico ricostruito in CGI, compare anche nel film Wonder Woman del 2016. Al Pizzomunno è davvero facile arrivare, partendo dal centro di Vieste lo ritroviamo in tutta la sua immensità all’inizio del lungomare Mattei, a sud del Centro. Per chi volesse ammirarlo dall’alto, sarà piacevolmente sorpreso del panorama ammirabile da Via Bracco, nella zona del centro storico che va dal Castello Svevo a Piazzetta Petrone. Curiosità: un monolite molto simile si trova in Australia, nel complesso di faraglioni chiamato “i 12 apostoli”
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Pizzomunno
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Il Pizzomunno è un imponente monolite in pietra calcarea alto 25 metri. E’ situato all’inizio della spiaggia a sud del centro abitato, detta “del Castello” (perchè dominata dal Castello Svevo) o “Scialara” o “del Pizzomunno”. Per la sua imponenza sembra ergersi quasi a guardia di Vieste e per il suo fascino è diventato il simbolo stesso della cittadina garganica. Ad esso sono legate alcune leggende, spesso variazioni una dell’altra . La leggenda di Pizzomunno e Cristalda Si racconta che al tempo in cui l’attuale città era solo un villaggio composto da sparute capanne ed abitato da pescatori vi vivesse un giovane alto e forte di nome Pizzomunno. Sempre nello stesso villaggio abitava anche una fanciulla di rara bellezza, con i lunghi capelli color del sole di nome Cristalda. I due giovani si innamorarono, amandosi perdutamente senza che niente potesse separarli. Pizzomunno ogni giorno affrontava il mare con la sua barca e puntualmente le sirene emergevano dai flutti marini per intonare in onore del pescatore dolci canti. Le creature marine non si limitavano a cantare, ma prigioniere dello sguardo di Pizzomunno gli offrirono diverse volte l’immortalità se lui avesse accettato di diventare il loro re e amante. L’amore che il giovane riversava su Cristalda, però, rendeva vane le offerte delle sirene. Una delle tante sere in cui i due amanti andavano ad attendere la notte sull’isolotto che si erge di fronte alla costa, le sirene, colte da un raptus di gelosia, aggredirono Cristalda e la trascinarono nelle profondità del mare. Pizzomunno rincorse invano la voce dell’amata. I pescatori il giorno seguente ritrovarono il giovane pietrificato dal dolore nel bianco scoglio che porta ancora oggi il suo nome. Ancora oggi ogni cento anni la bella Cristalda torna dagli abissi per raggiungere il suo giovane amante e rivivere per una notte sola il loro antico amore. Inoltre secondo una superstizione relativa al Pizzomunno, se si compie un giro completo intorno ad esso, formulando un desiderio, esso si avvererà. Nel 2018 la leggenda del bianco monolite viene portata a Sanremo da Max Gazzè nella canzone “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno” a cui è stata dedidicata “la scala dell’amore” . Il Pizzomunno, immerso in uno scenario fantastico ricostruito in CGI, compare anche nel film Wonder Woman del 2016. Al Pizzomunno è davvero facile arrivare, partendo dal centro di Vieste lo ritroviamo in tutta la sua immensità all’inizio del lungomare Mattei, a sud del Centro. Per chi volesse ammirarlo dall’alto, sarà piacevolmente sorpreso del panorama ammirabile da Via Bracco, nella zona del centro storico che va dal Castello Svevo a Piazzetta Petrone. Curiosità: un monolite molto simile si trova in Australia, nel complesso di faraglioni chiamato “i 12 apostoli”
La Cattedrale (Basilica) di Vieste è situata nella zona alta del borgo medievale più precisamente a pochi passi dal castello svevo, la sua edificazione risale alla seconda metà dell’XI secolo, la costruzione conserva ancora nel suo complesso il primitivo stile romanico-pugliese e nel campanile quello del tardo barocco. Essa rappresenta una delle chiese più antiche di stile romanico della Puglia e si ritrova in perfetta armonia con il campanile della chiesa ricostruito in stile barocco dopo un crollo nel 1772. A seguito di ripetuti eventi nefasti, come i saccheggi attuati dai saraceni nel 1480 e 1554 e il devastante terremoto del maggio del 1646 che si abbatté imperterrito sulla città di Vieste, la cattedrale ha subito negli anni modificazioni che ne hanno alterato le sue sembianze originarie. All’esterno della cattedrale si può notare l’imponente campanile del tardo barocco mentre se si scorge l’interno si può notare perfettamente la pianta a basilica romanica, l’area interna a sua volta si distingue in tre navate suddivise da due file di sei colonne aventi i capitelli corinzi e cubici. I capitelli mostrano particolari elementi ornativi di incisione rudimentale che riprendono le tematiche riguardanti il mondo animale e quello naturale come i galli, gli uccelli, i cavalli, i draghi e foglie di vario genere tra cui spiccano quelle di palma e acanto. La cattedrale conserva delle sue antiche e primitive origini nella struttura centrale che compone la facciata a settentrione e dove è collocato l’ingresso laterale; mentre col succedesi degli anni la struttura della cattedrale ha ceduto le fattezze di un tempo per far spazio alle migliorie che man mano sono state apportate, lo si può constatare dal fatto che le absidi, le quali in principio erano semicircolari hanno lasciato posto al Coro e a due cappelle. Il soffitto ligneo invece, ha preso il posto delle capriate appartenenti alla navata centrale, tale soffitto è di stile barocco napoletano dipinto a tempera dove sono poste tre grandi tele che rappresentano la Madonna Assunta, titolare della chiesa, San Giorgio , protettore della città e San Michele Arcangelo, protettore del Gargano. Nella chiesa è custodita la statua della Madonna di Santa Maria di Merino ( pregevole scultura in legno XIV sec.) che la tradizione dice essere rinvenuta da alcuni marinai sulla spiaggia di Vieste. Altre opere di rilievo presenti in chiesa sono: la pala del rosario del genovese Michele Manchelli del 1581; le settecentesche tele della SS. Trinità del viestano Giuseppe Tomaiuolo e della Madonna col bambino e santi di scuola veneta; il Cristo morto, altorilievo marmoreo di scuola michelangiolesca e la pregevole statua in legno di Santa Maria di Merino, protettrice di Vieste, di epoca incerta e sapientemente restaurata nel 2009 a Bari dalla Sovrintendenza ai Beni Artistici . La cattedrale di Vieste nel febbraio del 1981 fu denominata da Papa Giovanni Paolo II “Basilica Minore”.
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Cattedrale di Santa Maria Assunta
Via Vescovado
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La Cattedrale (Basilica) di Vieste è situata nella zona alta del borgo medievale più precisamente a pochi passi dal castello svevo, la sua edificazione risale alla seconda metà dell’XI secolo, la costruzione conserva ancora nel suo complesso il primitivo stile romanico-pugliese e nel campanile quello del tardo barocco. Essa rappresenta una delle chiese più antiche di stile romanico della Puglia e si ritrova in perfetta armonia con il campanile della chiesa ricostruito in stile barocco dopo un crollo nel 1772. A seguito di ripetuti eventi nefasti, come i saccheggi attuati dai saraceni nel 1480 e 1554 e il devastante terremoto del maggio del 1646 che si abbatté imperterrito sulla città di Vieste, la cattedrale ha subito negli anni modificazioni che ne hanno alterato le sue sembianze originarie. All’esterno della cattedrale si può notare l’imponente campanile del tardo barocco mentre se si scorge l’interno si può notare perfettamente la pianta a basilica romanica, l’area interna a sua volta si distingue in tre navate suddivise da due file di sei colonne aventi i capitelli corinzi e cubici. I capitelli mostrano particolari elementi ornativi di incisione rudimentale che riprendono le tematiche riguardanti il mondo animale e quello naturale come i galli, gli uccelli, i cavalli, i draghi e foglie di vario genere tra cui spiccano quelle di palma e acanto. La cattedrale conserva delle sue antiche e primitive origini nella struttura centrale che compone la facciata a settentrione e dove è collocato l’ingresso laterale; mentre col succedesi degli anni la struttura della cattedrale ha ceduto le fattezze di un tempo per far spazio alle migliorie che man mano sono state apportate, lo si può constatare dal fatto che le absidi, le quali in principio erano semicircolari hanno lasciato posto al Coro e a due cappelle. Il soffitto ligneo invece, ha preso il posto delle capriate appartenenti alla navata centrale, tale soffitto è di stile barocco napoletano dipinto a tempera dove sono poste tre grandi tele che rappresentano la Madonna Assunta, titolare della chiesa, San Giorgio , protettore della città e San Michele Arcangelo, protettore del Gargano. Nella chiesa è custodita la statua della Madonna di Santa Maria di Merino ( pregevole scultura in legno XIV sec.) che la tradizione dice essere rinvenuta da alcuni marinai sulla spiaggia di Vieste. Altre opere di rilievo presenti in chiesa sono: la pala del rosario del genovese Michele Manchelli del 1581; le settecentesche tele della SS. Trinità del viestano Giuseppe Tomaiuolo e della Madonna col bambino e santi di scuola veneta; il Cristo morto, altorilievo marmoreo di scuola michelangiolesca e la pregevole statua in legno di Santa Maria di Merino, protettrice di Vieste, di epoca incerta e sapientemente restaurata nel 2009 a Bari dalla Sovrintendenza ai Beni Artistici . La cattedrale di Vieste nel febbraio del 1981 fu denominata da Papa Giovanni Paolo II “Basilica Minore”.
La scalinata dell’amore è stata realizzata in occasione della 1° Vieste in Love, dipingendo uno dalle scale che collegano la porta alta della città vecchia con il corso Fazzini, proprio vicino al municipio del Comune di Vieste. Sui gradini di questa singolare scala è riportato il testo della Canzone “La Leggenda di Pizzomunno e Cristalda” , di Max Gazzè, presentata al Festival di Sanremo 2018. La canzone parla della leggenda del Pizzomunno, il monolite bianco situato all’inizio della spiaggia a Sud di Vieste, la spiaggia “del Castello”. Alcune persone hanno subito dato un significato simbolico e magico a quella scala, si dice che percorrendola insieme alla persona amata si rimarrà uniti per sempre, dando luce a una moderna e romantica leggenda che fa di Vieste “la città dell’amore” .
Scalinata dell'amore (la leggenda di Cristalda e Pizzomunno)
13 Via Petrone Deputato
La scalinata dell’amore è stata realizzata in occasione della 1° Vieste in Love, dipingendo uno dalle scale che collegano la porta alta della città vecchia con il corso Fazzini, proprio vicino al municipio del Comune di Vieste. Sui gradini di questa singolare scala è riportato il testo della Canzone “La Leggenda di Pizzomunno e Cristalda” , di Max Gazzè, presentata al Festival di Sanremo 2018. La canzone parla della leggenda del Pizzomunno, il monolite bianco situato all’inizio della spiaggia a Sud di Vieste, la spiaggia “del Castello”. Alcune persone hanno subito dato un significato simbolico e magico a quella scala, si dice che percorrendola insieme alla persona amata si rimarrà uniti per sempre, dando luce a una moderna e romantica leggenda che fa di Vieste “la città dell’amore” .
La costa del Gargano, in particolar modo il tratto che va da Vieste a Mattinata è uno dei paesaggi più suggestivi della Puglia: alte falesie bianche a strapiombo sul mare, con pini, ginestre e cisti che si protendono sulle acque azzurre si alternano a piccole insenature e spiaggette di ghiaia bianchissima raggiungibili solo via mare. Tra le calette e le piccole oasi verdeggianti, regno dei gabbiani reali e di falchetti, troviamo le grotte marine: ampie cavità in cui si insinua il mare. In queste gallerie dalle forme particolari, grazie alla luce filtrante e ai suoi riflessi tra rocce e macchia mediterranea, l’acqua acquista acquista incantevoli toni di colore regalandoci spettacoli magnifici. Secoli dopo secoli, millenni dopo millenni con metodica lentezza, le onde del mare hanno eroso la costa calcarea del Gargano modellando scenari naturali, di cui nessuna mano sarebbe stata capace, aprendo squarci, fenditure e gallerie. Ci pensa il sole con i mirabolanti riflessi sull’acqua a completare lo stupore. Le grotte marine sono circa una ventina , la scoperta da parte di due pescatori da due pescatori (i fratelli Trimigno) c’è stata nel 1954, anno in cui il turismo di massa non aveva ancora saputo delle meraviglie del Gargano. Dopo pochi anni nel 1963 a Pugnochiuso , su incarico dell’ing. Enrico Mattei, inizia la costruzione del più famoso centro vacanze di Vieste, che darà una svolta decisiva all’economia del paese da agricola-pastorale a turistica . Le Grotte Marine di Vieste e del Gargano per la loro bellezza e la loro forma hanno ispirato i vecchi pescatori con i nomi più singolari e curiosi : la Grotta campana grande che ha la forma di una mestosa campana alta 70 metri e ricoperta di muschio vellutato . la Grotta dei contrabbandieri con doppia uscita che, una volta, agevolava la fuga dei contrabbandieri . la Grotta delle rondini al cui interno hanno nidificato i simpatici pennuti la Grotta sfondata è come un antico castello che il tempo ha demolito la parte superiore da dove i pini d’aleppo si specchiano nelle acque smeralde . la Grotta due occhi caratterizzata da due piccole aperture scavate dalle onde del mare . la Grotta smeralda in cui il mare e la luce si riflettono sulle pareti creando suggestivi effetti di colore. la Grotta dei pomodori sulle cui pareti vi sono molluschi rossi a forma di pomodoro. la Grotta delle sirene dove secondo la leggenda un tempo dimoravano le sirene. Secondo le leggende, come quella di Pizzomunno, le grotte marine non sono altro che i ripari delle sirene: è qui che le spaventose figure dal canto ammaliatore, imprigionavano con catene le giovani fanciulle di cui erano gelose.
Grotte marine
La costa del Gargano, in particolar modo il tratto che va da Vieste a Mattinata è uno dei paesaggi più suggestivi della Puglia: alte falesie bianche a strapiombo sul mare, con pini, ginestre e cisti che si protendono sulle acque azzurre si alternano a piccole insenature e spiaggette di ghiaia bianchissima raggiungibili solo via mare. Tra le calette e le piccole oasi verdeggianti, regno dei gabbiani reali e di falchetti, troviamo le grotte marine: ampie cavità in cui si insinua il mare. In queste gallerie dalle forme particolari, grazie alla luce filtrante e ai suoi riflessi tra rocce e macchia mediterranea, l’acqua acquista acquista incantevoli toni di colore regalandoci spettacoli magnifici. Secoli dopo secoli, millenni dopo millenni con metodica lentezza, le onde del mare hanno eroso la costa calcarea del Gargano modellando scenari naturali, di cui nessuna mano sarebbe stata capace, aprendo squarci, fenditure e gallerie. Ci pensa il sole con i mirabolanti riflessi sull’acqua a completare lo stupore. Le grotte marine sono circa una ventina , la scoperta da parte di due pescatori da due pescatori (i fratelli Trimigno) c’è stata nel 1954, anno in cui il turismo di massa non aveva ancora saputo delle meraviglie del Gargano. Dopo pochi anni nel 1963 a Pugnochiuso , su incarico dell’ing. Enrico Mattei, inizia la costruzione del più famoso centro vacanze di Vieste, che darà una svolta decisiva all’economia del paese da agricola-pastorale a turistica . Le Grotte Marine di Vieste e del Gargano per la loro bellezza e la loro forma hanno ispirato i vecchi pescatori con i nomi più singolari e curiosi : la Grotta campana grande che ha la forma di una mestosa campana alta 70 metri e ricoperta di muschio vellutato . la Grotta dei contrabbandieri con doppia uscita che, una volta, agevolava la fuga dei contrabbandieri . la Grotta delle rondini al cui interno hanno nidificato i simpatici pennuti la Grotta sfondata è come un antico castello che il tempo ha demolito la parte superiore da dove i pini d’aleppo si specchiano nelle acque smeralde . la Grotta due occhi caratterizzata da due piccole aperture scavate dalle onde del mare . la Grotta smeralda in cui il mare e la luce si riflettono sulle pareti creando suggestivi effetti di colore. la Grotta dei pomodori sulle cui pareti vi sono molluschi rossi a forma di pomodoro. la Grotta delle sirene dove secondo la leggenda un tempo dimoravano le sirene. Secondo le leggende, come quella di Pizzomunno, le grotte marine non sono altro che i ripari delle sirene: è qui che le spaventose figure dal canto ammaliatore, imprigionavano con catene le giovani fanciulle di cui erano gelose.